TESTI CRITICI
ALCUNI ESTRATTI:

ITA

NUCCIA MICALIZZI:

Le immagini di Giuseppe Amorese sono labirinti dell’anima, soggetti silenziosi, uguali e assemblati, diafani ma visibili. Le sue opere sono documenti per riflettere sulla vita




MAURIZIO COSTANZO:

Giuseppe Amorese, un pittore che da anni vive e lavora a Roma, che ha fatto molte mostre e che presenta adesso altre sue opere di indubbio interesse e vitalità. Ancora una volta, Amorese, mostrerà la sua personalità, che si legge nelle sue opere e nei sentimenti che da esse vengono fuori. Mi ha colpito più di tutti, un olio su tela del 2014 che rappresenta, frontalmente, un bufalo ed è un’immagine viva, pensante e anche inquietante. Consiglio di visitare la mostra dove espone Giuseppe Amorese, pronti però, via via che si vedono le opere, a fare un bilancio di noi stessi, delle nostre emozioni, della nostra capacità di cogliere, ripeto, le emozioni che ci arrivano impetuosamente da una tela.




GIOVANNI MORABITO:


“Personalità sensibile e impetuosa, che traspare e deborda nelle sue opere e nei sentimenti senza soluzione di continuità, i suoi esagerati zoomorfismi, e poi ancora questi dripping, che gestisce senza “pudore storico” mettendo in scena spesse volte una potente figurazione performatica. e quando la natura si riappropria del selvatico affetto dai simbolismi posticci, il vigore animale viene restituito intonso alla selva originaria. mi chiedo se la serie dei “cuori” sia di natura umana o animale. sapiente mescolanza di sconfinamenti…”




SALVATORE DELVECCHIO:


Con l’artista fermo innanzi a una sua tela: un elefante frontale a forte sviluppo verticale. Equilibrio classico, sostenuto dal principio ordinatore della simmetria. occhi persi in un fondo oculare omogeneo: silenzio… “quanto stupore!”, ho detto e l’artista: “e’ come se ci facessimo osservare dalle nostre stesse emozioni”. Una dichiarazione di fede – passione – poetica: chiara nell’enunciato, ma più spesso criptica nell’insieme e in ciascuna opera. L’Artista Giuseppe Amorese sente il mondo per quello che è: un groviglio di tensioni pronto ad aggredire e quindi patisce il disagio e il “presagio” di quanto può accadere, di quanto sta per accadere. L’Amorese è istintivamente e culturalmente sicuro di come rispondere, libero da qualsiasi panico, e procede sereno seppure con fatica liberatoria.  “E’ come se ci facessimo osservare dalle nostre stesse emozioni”. questa la sua poetica. una pittura tersa, ordinata, libera dai turbamenti chiaroscurali e plastici della materia, riducendola a controllo formale, in stesure lievi di colore e in linee di contorno, gli argini, come li definisco io.  




GERARDO AMATO:


“il suo percorso artistico vuole essere il seme di nuovo inizio, a partire però dall’uomo, che ha in sé le potenzialità per rinascere dalle proprie miserie e immaginare-costruire . e’ certo problematico, difficile, ma unico, ed esclude qualsiasi altra possibilità.
vuol dire ri-programmazione dei percorsi intellettivi della mente umana a partire da nuovi orizzonti, e verso nuovi traguardi. Uomo e Natura insieme.”